Una nuova via e due racconti. Il Mojcano.
Pizzo di Petto, pareteNord.
Dedicata a Paolo Poduje (1915-1999), nome di battaglia il Mojcano.
Il Mojcano era un Partigiano, un Antifascista e un agente del Soe Inglese (Special Operations Executive), che durante il secondo conflitto mondiale operò anche tra queste montagne. Fu un protagonista nei giorni della Liberazione della Bergamasca e nella Resistenza in Val Seriana.
Un uomo libero, deciso, ribelle e ci piace pensare un po’ ruvido come questa linea di misto dove è meglio andare senza indugi.
Una nuova via…
E due racconti.
Il Mojcano, Yuri Parimbelli
-Fare il nostro mestiere ci porta periodicamente in montagna, ci permette di andare in posti lontani e rinomati, salire cime famose per vie blasonate e anche quando la fatica a fine giornata si fa sentire il senso di appagamento e le esperienze che viviamo nella nostra cordata ci danno l’energia per essere già subito pronti.
Quando gli impegni lavorativi si fanno meno frequenti il richiamo dei monti si fa comunque sentire.
La sete di avventura ci porta spesso sulle montagne di casa dove spesso viviamo esperienze importanti, in maniera istintiva e genuina. Personalmente aprire vie nuove di misto, negli ultimi anni, è la cosa che mi dà più soddisfazione. Credo perché l’arrampicata su misto sia la cosa che pratico meno e quindi l’ingaggio che ne scaturisce mi appaga molto. Matteo ed io ci incrociamo da molto, ma ci conosciamo da poco. La forte stima reciproca e l’attività lavorativa ci portano spesso ad interagire, ma mai prima di ora ci eravamo legati alla stessa corda.
“IL MOJCANO” nasce da una gita di scialpinismo che in realtà era una ricognizione. La linea l’avevo già notata durante le aperture precedenti, sempre sula stessa parete, ed è sempre stata la linea più evidente, ma anche la più ostica. Decidiamo di provare qualche giorno dopo; le condizioni sembrano meno attraenti rispetto alla ricognizione, ma decidiamo di provare. Tiro per tiro la nostra linea si concede. Ci impegniamo al massimo su un terreno, per noi precario ed esigente, senza forzature e nella maniera più naturale che contraddistingue le grandi giornate senza clamore, quelle che resteranno sempre indelebili nella memoria.
Il Mojcano, Matteo Piccardi
Come scriveva qualcuno: “ogni inizio contiene una magia”. Ecco questo “inizio” non mi è parso proprio così magico. Durante la “sci alpinistica” di ricognizione, dove Asterix (aka Yuri Parimbelli) mi trascina a velocità supersoniche sue e giù da pendii di neve (bellissima dice lui) che a me, reduce da un mese di Sardegna, sembra semplicemente insciabile, ho rischiato tutte le ossa e le articolazioni nessuna esclusa. Sopravvivo e il tarlo del Pizzo di Petto si fa strada in me. Resto affascinato dalla linea che Yuri mi ha mostrato, ma non ho la ben che minima idea di quando torneremo per provare a salire.
Poi, come per magia, il mitico Asterix mi manda un messaggio di quelli a bruciapelo:“Domani andiamo al Petto!”.
Cerco di aggrapparmi a qualche scusa sentendomi palesemente fuori luogo. Tipo: “ma non dovevamo andare con lo Spira?” (nda Ennio Spiranelli). Yuri mi fa capire che Spira non è della partita e ha dato semaforo verde all’azione. Non mi resta che raccattare un po’ di coraggio, i quattro ferri necessari e avviarmi in questa giornata incredibile.
Con Asterix non ci siamo mai legati prima d’ora, ho una venerazione totale (quasi timore reverenziale) per lui. Alla base della via gli cedo volentieri l’onore, ma anche l’onere, di salire il primo tiro ( e anche il secondo che si rivelerà il tiro chiave). Veloci ma non troppo completiamo questo piccolo sogno sulle montagne di casa assaporando ogni istante di questa straordinaria giornata.
Avvertenze:
Data la particolarità della salita vi sconsigliamo di indossare vestiti griffati e piumini nuovi…potreste dover rinunciare ad una buona quantità di piume…e subire qualche scalpo.